top of page

C’è chi sogna di svegliarsi al mattino con la vista sul ponte di Brooklyn, chi sul Tower Bridge… mentre io sogno di svegliarmi la mattina e vedere il ponte vecchio, dove prima o poi arriverà il primo carro! Situata a metà strada tra Torino e Aosta, Ivrea sa brillare di luce propria grazie al suo passato glorioso nel campo dell’informatica targato Olivetti e grazie al famoso Carnevale, reso unico al mondo dalla Battaglia della Arance. Sono legatissimo ad Ivrea non solo per il Carnevale. Tra i ricordi più belli a livello di calcio giovanile che porto porto nel cuore c’è sicuramente l’annata in cui mio fratello ha giocato nei giovanissimi nazionali dell’Ivrea: una squadra di ragazzi di Ivrea e paesi limitrofi, un gruppo veramente unito e un mister (Mero) fantastico; ogni domenica era un piacere vederli giocare (e spesso vincere o pareggiare) contro squadre di serie A, B e C del nord Italia ben più blasonate.

​

​

Carnevale

Amando le feste, di Carnevali ne ho visti davvero tantissimi. Ma da quando mi hanno portato a quello di Ivrea ho smesso di andare a tutti gli altri; non ho più saltato un anno, da spettatore prima e da aranciere dal 2006 in poi (ci vogliono 14 anni e la firma dei genitori per partecipare). La cosa che da sempre mi ha maggiormente affascinato è ovviamente la spettacolare Battaglia delle arance, che rende il Carnevale di Ivrea unico al mondo. E’ incredibilmente bello vedere come si passi in un attimo, dopo minuti di guerra vera senza mai risparmiarsi, alla stretta di mano e al rispetto dell’avversario, anche se appartiene alla squadra o al carro più odiato! Ma ovviamente sarebbe riduttivo ricondurre il Carnevale di Ivrea soltanto alla Battaglia delle arance: il Carnevale di Ivrea ha profonde radici storiche e culturali, con personaggi ed avvenimenti che vengono meticolosamente ricordati. Inoltre ad Ivrea il Carnevale dura un anno intero, visto che le gli aranceri a piedi, i carri da getto e le varie associazioni di cittadini eporediesi organizzano eventi associativi e benefici tutto l’anno, senza sosta. Per non parlare poi degli sfottò della squadra che ha vinto nei confronti di tutte le altre, o delle discussioni riguardanti episodi dell’ultimo carnevale, o spesso anche carnevali molto lontani nel tempo, che nascono spontanee in tutti i bar, in tutte le piole e in tutte le piazze di Ivrea.

​

​

Le origini del Carnevale tra storia e leggenda

Le origini del Carnevale di Ivrea affondano le radici nel Medioevo: il popolo eporediese viveva in condizioni di estrema povertà a causa delle tasse e dei privilegi che il marchese del Monferrato pretendeva. Quando la situazione divenne veramente insostenibile, a seguito dell'imposizione di una nuova tassa sul macinato, la popolazione si ribellò; la leggenda vuole che la rivolta ricevette l'impulso decisivo a seguito dell’uccisione del tiranno da parte di Violetta, figlia di un mugnaio. Uno dei privilegi del tiranno era lo “jus primae noctis”, ovvero il trascorrere la prima notte di nozze con tutte le neo spose del suo regno: Violetta si ribellò e, dopo aver tagliato la testa al tiranno, la mostrò al popolo assiepato sotto il castello: di conseguenza ebbe inizio la battaglia tra le guardie del tiranno ed il popolo (lotta che oggi viene rievocata tramite la battaglia delle arance in cui le guardie del tiranno sono rappresentate dagli aranceri sui carri e il popolo in rivolta dagli aranceri a piedi). Per questa ragione oggi il personaggio cardine del carnevale è la mugnaia, figura che da più di 150 anni simbolo della festa.

MUGNAIA.jpg

Nel 1858 vi fu la prima comparsa, ed e' anche l'anno in cui fu composto l'inno del Carnevale (facendo attenzione alle date e ai colori del vestito si arriva facilmente a capire che essa è anche simbolo del Risorgimento e dell'Italia unita). Il mezzo con il quale sfila la mugnaia è il cocchio dorato: siede sopra un leone che rappresenta il potere feudale, sconfitto tramite l'atto leggendario. Toniotto, che lancia caramelle da un umile carro di piccole dimensioni, rappresenta il marito della mugnaia. 

​

La figura maschile che accompagna la mugnaia è il Generale, signore in abiti militari che è a capo della festa: la sua investitura avviene il 6 gennaio. Viene spesso erroneamente collegato all'epoca napoleonica, in realtà esisteva già in precedenza, negli anni dell'occupazione napoleonica l'antica uniforme è stata semplicemente sostituita da quella degli ufficiali di Bonaparte.

 

Altre figure di rilievo della manifestazione sono gli Abbà e il Podestà. Gli Abbà sono bambine e bambini che rappresentano le famiglie aristocratiche eporediesi e vengono presentati alla città tramite la cosiddetta "alzata", durante la terzultima e penultima domenica di carnevale. Sono 10 bambini, vengono presentati 5 ognuna di queste due domeniche. Delle 5 parrocchie San Lorenzo e San Grato esistono tuttora, mentre San Salvatore, Sant'Ulderico e San Maurizio sono oggi raggruppate nella parrocchia della cattedrale tutte insieme. In passato invece della spada con un'arancia infilzata all'estremità, portavano una picca con infisso in cima il pane.

Il Podestà è invece l'antico capo del governo comunale, dell'Ivrea del 2-300. E' protagonista della manifestazione durante la "preda in dora": richiama il giuramento a cui dovevano sottostare i podestà quando entravano in carica, ovvero quello di non costruire mai più il castello (in spregio del tiranno viene lanciata una pietra nella Dora).

​

Figura molto amata perchè decreta l'inizio del Carnevale e perchè rende particolarmente piacevole il sottofondo musicale è quella dei pifferi e dei tamburi: hanno diverse melodie che vengono eseguite in diversi momenti clou delle giornate di carnevale, chiamate diane.

generale.jpg
toniotto.jpg
pifferi.jpg
podestà.jpg
abbà.jpg

Arrivando finalmente a parlare della battaglia delle arance, essa ha origini antiche, tra gli anni 30 e 40 dell'Ottocento, quindi anche prima della comparsa della mugnaia. Inizialmente nasce come "gesto gentile", come avveniva anche in altre città del regno sabaudo come Nizza, dalla quale arrivava l'arancia, frutto esotico che era appannaggio delle famiglie aristocratiche e benestanti. Il gentile getto, che era un omaggio, si trasforma in battaglia qualche decennio dopo, in quanto le arance venivano usate durante proteste e manifestazioni di piazza (le autorità dell'epoca spalleggiate dai giornali tentarono di vietare e far scomparire questa pratica). La battaglia moderna nasce nel secondo dopoguerra, quando nel 1947 nasce la prima squadra di aranceri a piedi, l'Asso di Picche.

 

 

Le regole del Carnevale

La primissima regola da seguire assolutamente se si vuole assistere al Carnevale di Ivrea è quella di indossare un cappellino rosso, o ancor meglio il tradizionale “berretto frigio” in testa, ciò per non essere oggetto del lancio di arance da parte degli aranceri a piedi e dei cittadini eporediesi quando si passa per le vie di Ivrea. Il berretto frigio si indossa per la prima volta il giovedì grasso, ed è simbolo di condivisione e di partecipazione alla festa della comunità, e richiama i simboli di libertà della rivoluzione francese.

 

Per quanto riguarda la scelta del vincitore della Battaglia delle arance, occorre tenere presente che nel caso degli aranceri a piedi la classifica è una sola: vince la squadra che ottiene i voti più alti da parte dei carri per in materia di combattività, mentre una giuria insieme alla Fondazione premia l'allestimento. Nel caso dei carri si hanno due classifiche separate per le pariglie (trainate da 2 cavalli e con 10 tiratori sul carro) e per le quadriglie (trainate da 4 cavalli e con 12 tiratori); inoltre ci sono diverse categorie: la prima è determinata da cavalli-finimenti-guida, la cui valutazione viene eseguita da giudici esterni esperti di equitazione e attacchi la domenica precedente alla battaglia, vi è poi quella dalla combattività, che si basa sui voti assegnati dalle squadre degli aranceri a piedi.

 

 

Appuntamenti del Carnevale

​

Il carnevale di Ivrea prevede, come tutti i carnevali, date che variano ogni anno a seconda di quando è Pasqua. Ma il carnevale di Ivrea ha sempre inizio il giorno dell’Epifania: il 6 gennaio all’alba vi è la puntualissima prima uscita dei pifferi e dei tamburi, la cui sfilata per le vie di Ivrea dà inizio alle celebrazioni del Carnevale.

​

Per quanto riguarda la settimana di Carnevale vero e proprio, inizia sempre il giovedì precedente al mercoledì delle Ceneri, ovvero il giovedì grasso: nel pomeriggio, nel Palazzo Municipale il Sindaco affida simbolicamente i poteri civili della Piazza al Generale imponendogli la fascia bianco-rossa, vi è la visita al Vescovo presso il Seminario Maggiore, al Sindaco in piazza di città, la visita alla Fagiolata di Via Palma e poi la sera inizia la festa in diverse piazze di Ivrea con musica dal vivo e discoteca mobile (presentarsi rigorosamente mascherati!).

Il sabato sera avviene dalla loggia del Palazzo Municipale,  la proclamazione della Mugnaia, la cui identità è fino a quel momento è tenuta segreta; dopo questo  momento  clou della serata e tra i principali della manifestazione, vi è la sua prima uscita della mugnaia e della sua Scorta d'Onore, accompagnati dalla sfilata del Corteo Storico a cui partecipano anche le squadre a piedi sul lungo Dora.

​

La domenica si entra nel vivo del Carnevale essendo il primo giorno di battaglia delle arance dopo pranzo; ma si parte con due tradizioni importanti la mattina, ovvero quella delle fagiolate benefiche (Mugnaia e Generale presenziano a quella del Castellazzo) e la preda in Dora; dalle 14 alle 17 circa è tempo di battaglia delle arance: è il giorno con più turisti ed è anche l’unico dei tre giorni in cui si deve pagare il biglietto di ingresso, motivi per cui sconsiglio di venire ad Ivrea (a meno che sia l’unico giorno in cui lo si possa fare).

​

Il lunedì grasso prevede durante la mattina la lettura del verbale della cerimonia da parte del Sostituto Gran Cancelliere e gli sposi, con il piccone e la pala, danno ciascuno un colpo sul terreno nel punto destinato allo Scarlo, mentre tutti i presenti recitano in coro: “As pianta ‘l pic a l’uso antic”. Nel pomeriggio la battaglia è sempre dalle 14 alle 17 ed è in genere il giorno con meno turisti e meno aranceri a piedi: lo consiglio per chi voglia godersi il Carnevale nella più assoluta tranquillità.

​

Il martedì grasso è l’ultimo giorno di tiro, dalle 14 alle 17:30 circa, poi tutte le squadre si ritrovano in piazza di città per la proclamazione dei vincitori. La sera avviene il tradizionale abbruciamento dello scarlo nelle varie piazze di Ivrea, avvenimento che decreta la fine ufficiale delle ostilità e del Carnevale: ogni piazza ha un suo scarlo, che viene bruciato da un abbà; a quello di fronte al Municipio assiste la Mugnaia sul cocchio dorato, tenendo alta la spada simbolo del riscatto dal tiranno finché la bandiera in cima non è del tutto consumata dal fuoco. Vi è poi il Funerale del Carnevale, con tanto di Marcia funebre suonata dai pifferi: arrivati in Piazza Ottinetti tutti i partecipanti si salutano dicendosi "Arvédze a giòbia ‘n bot" (ci vediamo giovedi all'una), in sostanza quando ricomincerà il Carnevale successivo.

L’ultimo avvenimento della manifestazione è la distribuzione di polenta e merluzzo il mercoledì delle Ceneri all’ora di pranzo in piazza Lamarmora, da parte del Comitato della Croazia.

​

​

 

Le squadre di aranceri a piedi e la loro storia.

​

-Asso di picche: 1947 divisa rosso-blu con il simbolo delle picche nel centro, sono la squadra più antica di tutte, tirano in piazza di città di fronte al Municipio. Anche se sono riusciti a portare a casa la vittoria soltanto due volte dopo il successo dell'edizione del 1996, sono la squadra con più carnevali vinti, 18.

​

-Morte: nel 1954 un gruppo di amici del quartiere di San Grato di Ivrea, decide di formare la squadra della Morte. Questo "manipolo di uomini", in tutto circa una trentina, ha come primo ritrovo il bar Tre Galli, situato in stradale Torino nel centro del quartiere. La prima divisa è costituita da una tuta da lavoro blu (tone) e da un berretto a mo' di legione straniera.  L'odierna divisa nera compare alla fine degli anni 50: lo stemma ha origine dall'avviso "pericolo di morte" che ancora oggi è affisso sui pali dell'alta tensione, su idea di alcuni componenti della squadra di allora che svolgevano l'attività di elettricisti. Tirano anche loro in piazza di città.

IMG-20210210-WA0028.jpg
battaglia 2018 piazza di città.png
IMG-20210210-WA0027.jpg

-Tuchini del Borghetto: nel 1964 vede la luce l’unica squadra la cui area di tiro si trova nella riva destra della Dora, in Borghetto. Tirano con la divisa verde con tanto di corvo come simbolo e i pantaloni rossi (anche se parecchi componenti della squadra amano vestire il kilt); l'origine del nome deriva dal piemontese "tucc'un", traducibile con "tutti insieme, tutt'uno".

​

boia in borghetto.jpg
tuhini.jpg

-Scacchi: nel 1964 un gruppo di 16 amici vuole fondare una nuova squadra, il nome ricade sugli scacchi richiamando il numero delle pedine della scacchiera; la divisa è a scacchi bianco-nera, tirano in piazza Ottinetti nella metà destra.

​

-Pantera Nera: nascono nel 1966, la divisa che li caratterizza è nera con la Pantera gialla nel centro, sono gli ultimi che i carri affrontano al Rondolino; sono in genere poco numerosi, ma molto combattivi, se non i più combattivi in assoluto; dopo la loro prima affermazione nel 1976 non sono più riusciti a vincere il carnevale per molti anni, tornano alla vittoria nell'ultima edizione in cui viene decretato un vincitore, il 2019 (nel 2020 non è stato proclamata la squadra vincente essendo durata la battaglia solo un giorno).

IMG-20210210-WA0036.jpg

-Arduini: nascono nel 1966, anche se sarà nel 1969 che verranno riconosciuti ufficialmente squadra di aranceri a piedi. La loro divisa è giallo-verde con lo scorpione di Arduino come simbolo, tirano in piazza Ottinetti occupandone la metà sinistra.

IMG-20210210-WA0051.jpg
IMG-20210210-WA0045.jpg

-Diavoli: nascono nel 1973 su iniziativa di 37 amici; i Diavoli sono caratterizzati dalla casacca rossa come il fuoco dell’inferno con il diavolo come simbolo, sono i primi che i carri devono affrontare una volta entrati al Rondolino; sono la seconda squadra per titoli vinti, con 12 vittorie.

-Mercenari: 33 aranceri nel 1974 hanno partecipato al Carnevale con una nuova Divisa, un nuovo Simbolo e un nuovo Nome, "I MERCENARI d’l PURTIGAL"; hanno la divisa color vinaccia e due spade come simbolo, hanno tirato al rondolino fino all'edizione 2020, ma se confermato tireranno in piazza Freguglia quando un nuovo Carnevale potrà essere organizzato.

mercenari.jpg

-Credendari: sono l'ultima squadra ad essere stata fondata e l'unica delle 9 a non aver mai vinto il Carnevale; nascono ne 1985, tirano in diverse zone di Ivrea e non partecipano a tutte le edizioni degli ultimi anni 80; tirano con la loro casacca blu e gialla in piazza Freguglia.

Albo-doro.jpg

La realtà più bella della battaglia è a mio parere la battaglia dei bambini, che già in tenera età pretendono di indossare la divisa della loro squadra e andare a sfidare i temibili aranceri sui carri, che per l'occasione moderano decisamente l'intensità di tiro, o spezzano le arance, per far sì che i giovani aranceri a piedi non tornino a casa con l'occhio nero! Una vasta area di tiro dedicata ai bambini è stata allestita negli ultimi anni in fondo al Borghetto dai Tuchini, e un'altra area "mista" si trova in piazza Ferrando, nella quale però le quadriglie non riescono ad entrare per motivi di spazi ridotti.

2006-2016, undici anni di battaglie in Borghetto

​

​

2006

2009

2014

2015

BOIA DEL TIRANNO

​

“Siamo i boia del tiranno e mai nessuno ci fermerà, noi saremo sempre qua se battaglia ci sarà. Per i boia, per i boia hip hip hurrà”. Questo il grido di battaglia, l’inno d’incitamento del carro numero 9, quello dei Boia del Tiranno. I ragazzi del Boia sono circa una ventina di persone di età varie che spaziano dai 20 sino ai 50 anni. Tante teste, tante età diverse tutte legate da una grandissima passione comune: il Carnevale.

Il carro 9 ha una peculiarità che più di tutte lo distingue dagli altri numerosi carri da getto, ovvero una continuità di tiro comune davvero a pochi. Infatti sin da quando questo carro è stato fondato nel 1989, non è mai mancato a nessuna delle edizioni del Carnevale. Questo è potuto indubbiamente succedere grazie al fatto che ciascuno dei componenti dei Boia del Tiranno mette da sempre grande impegno, passione ed un’enorme forza di volontà per far muovere la grande macchina del Carnevale e più nello specifico la battaglia vera e propria. Il gruppo è andato formandosi e ampliandosi sempre maggiormente, “negli ultimi anni abbiamo assistito all’arrivo di nuove leve di giovani molto volenterosi e intraprendenti, ma ovviamente si fa da sempre conto e riferimento su quelli che sono i pilastri, sui più “grandi”, coloro che il gruppo l’hanno creato e che per l’appunto sono come delle fondamenta su cui tutto il gruppo si regge”.

Entriamo dunque nel vivo della storia del carro, i cui colori rappresentativi sono il rosso e il nero, iniziando perciò con il parlare di date e di nomi. Come già accennato sopra, il carro dei Boia del Tiranno è stato fondato a Chiaverano nel 1989. L’attuale capocarro è Roberto Di Nuzzo mentre il vice è Tiziano Peretto. Il cavallante e primo conducente è Giuseppe Favre, secondo e aiuto conducente è invece Cristina Ponsetto. Cristina non è però l’unica quota rosa del carro, parte fondamentale della squadra sono infatti ben tre altre tiratici donne.

In una storia che dura da trentuno anni i Boia del Tiranno vantano 3 premi vinti, ovvero: 1° premio per il tiro vinto due volte rispettivamente nel 2001 e nel 2011, ed un 3° posto nel 2015 ottenuto per la categoria Cavalli finimenti e guida.
 

3°-premio-cavalli-e-guida.jpg
PRIMO-PREMIO-2011.jpg

In merito ai costumi indossati dai tiratori sia durante la sfilata sia durante la battaglia appare subito chiaro che questi riprendono la storica tunica nera del boia medievale con l’aggiunta dello stemma del carro sul petto.

Lo stemma dei Boia è molto articolato e rappresenta infatti uno scudo che si divide in tre parti, rispettivamente la prima raffigura la città di Ivrea, la seconda il cappuccio del boia, mentre la terza riporta due asce incrociate. Sopra lo scudo è inoltre rappresenta la maschera del tiro.

Una particolarità assolutamente unica dei Boia è la presenza di una forca in legno costruita sul carro, “si tratta del simbolo che contraddistingue da sempre il nostro carro, in modo che sia visibile a tutta la piazza e che al nostro arrivo faccia dire a tutti: Arrivano i Boia del Tiranno”. Un bel simbolo legato alla storia e alla tradizione dei boia e che debba in qualche modo incutere timore ai propri avversari. Ogni anno viene per altro istituito uno speciale premio, il premio Forca che va direttamente assegnato al miglior combattente della battaglia corrente.

araldica-boia-1024x881.jpg

Boia vs Diavoli, piazza del Rondolino  domenica 26 febbraio 2017, la mia prima volta sul carro

presentazione carri carnevale 2017

domenica 11 febbraio 2018, Boia vs Mercenari in piazza del Rondolino

Foto di gruppo carnevale 2018

carnevale 2019, presentazione carri

52712776_2599489716747773_77933686070014
FB_IMG_1551889835224.jpg

Carnevale 2019 domenica di Battaglia con Lisa, Claudia e Ezio

Boia vs Tuchini del Borghetto, domenica 23 febbraio 2020, unica giornata di Battaglia 

FB_IMG_1582489646155.jpg

In Rondolino con Alice, Lisa, Claudia e Stefano, carnevale 2020

I Boia del Tiranno 2020

boia 2020.jpg

Lunedi grasso 2023, prima volta in piazza di città dopo i 4 anni di sosta a causa della pandemia

Carnevale 2025, ultimo Rondolino dei Boia

Dove mangiare

 

MERGELLINA

 

Il miglior ristorante di Ivrea: specialità pesce, ma anche la pizza è molto buona.

 

​

 

L’AQUILA NERA

 

In questo ristorante situato vicino alla stazione di Ivrea si possono gustare piatti di buona qualità, in particolare quelli di pesce. Discreto rapporto qualità-prezzo.

 

​

 

BALLA

 

La pasticceria Balla, oggi situata vicino a Piazza del Rondolino, deve la sua fama alla torta Novecento, gustosissima torta al cioccolato tipica di Ivrea protetta da brevetto; assolutamente da provare!

 

​

 

​

 

Dove bere

 

ENOTECA FERRANDO

 

Il luogo migliore per godersi un aperitivo oppure sorseggiare un cocktail o una birra dopo cena è sicuramente l’enoteca Ferrando, situata sul lungo Dora. A settembre, in occasione della festa patronale viene organizzato nei pressi dell’enoteca un torneo serale di calcio a 5.

ferrando 2013.jpg

BAR BUN

Sempre presente nei giorni di Carnevale  dove serve il vin brulè e i migliori cocktail del Canavese.​​

​

barbun ivrea.jpg
barbun con ufficiali.jpg

Olivetti

Ivrea non sarebbe la stessa se non fosse esistita la famiglia Olivetti. Camillo Olivetti prima, e soprattutto Adriano Olivetti poi, hanno cambiato per sempre la vita di milioni di persone nel mondo e sicuramente hanno cambiato radicalmente Ivrea nei primi anni del Novecento: grazie alle innovative ricerche tecnologiche si arrivò in quegli anni all’antenato del primo computer, e di conseguenza arrivarono ad Ivrea moltissimi “cervelli” (oltre che manovalanza) da tutta Italia e tutto il mondo. Mio nonno da piccolo mi raccontava sempre che andare a lavorare alla Olivetti quando lui era giovane significava avere una vita da signore, in quanto l’”illuminato” Adriano aveva già compreso come motivare tutti i suoi dipendenti con salari onesti, ferie retribuite, diritto di maternità per le donne, asili per i figli dei dipendenti, gite a prezzi ridottissimi e aree comuni per la pratica dello sport, della lettura e per un generale arricchimento culturale.  Adriano Olivetti fu parlamentare a Roma nonché sindaco di Ivrea; era amato e rispettato dagli eporediesi a tal punto, che l’unico anno dal secondo dopoguerra alla pandemia del 2020 in cui non ebbe luogo lo storico carnevale di Ivrea fu l’anno della sua morte, avvenuta in circostanze “misteriose” nel 1960 mentre stava raggiungendo la Svizzera.

Ho avuto il grande piacere di fare la comparsa nel film che racconta la vita di Adriano Olivetti, ovvero la fiction Rai “La forza di un sogno”, dove ho interpretato la controfigura di Antoine Olivetti nelle scene girate ad Ivrea, dirette dal grande regista, romanissimo e simpaticissimo Michele Soavi.

bottom of page