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Uruguay

Visitare l’Uruguay se si è in vacanza a Buenos Aires è molto facile, data la vicinanza e le diverse possibilità per muoversi agevolmente. La soluzione più rapida, ma anche la più costosa, è prendere l’aereo: in meno di un’ora di volo si arriva dalla capitale argentina a Montevideo. La maggior parte dei turisti optano invece per il trasferimento via mare, un po’ più lento, ma più economico e anche più pittoresco! Una possibilità ancora più economica, quella che utilizzammo noi, prevede il trasferimento in traghetto fino a Colonia del Sacramento, e poi l’ultimo tratto in pullman fino a Montevideo: di solito le compagnie offrono un biglietto unico per i due servizi.

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Quando si arriva in Uruguay non si avverte chissà quale differenza rispetto all’Argentina: la lingua è la stessa, l’architettura è molto simile, la cultura, la cucina e le abitudini come bere il mate si ritrovano anche nell’altra sponda del Rio de la Plata. Ciò che ho avvertito visitando Montevideo è un senso di malinconia, anche per le vie del centro, dove ci si imbatte in monumenti storici ed edifici anche imponenti, ma trasandati; e sembra che alla gente vada bene cosi.

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Una visita all’Uruguay e a Montevideo vale certamente la pena, non vorrei essere frainteso. Ma la consiglio a pieno solo se si hanno 15 giorni o più a disposizione nel totale della vacanza.

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Cosa mangiare

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Gran parte dei piatti della cucina uruguayana sono in comune con quella argentina: in tutti i ristoranti e bar vengono serviti l’asado, la morcilla, la milanesa, le empanadas, e come dolci gli alfajores e il dulce de leche. Il piatto più diffuso e più rappresentativo della cucina uruguayana è senza dubbio il "chivito", che prevede pane, lombata di manzo, prosciutto cotto, pancetta, mozzarella, lattuga, pomodori a fette, olive, uova sode e maionese: vi è poi la variante chiamata "chivito al plato", servito su un piatto, senza pane, ma con insalata russa o patatine fritte.

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Dove mangiare

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Per mangiare cibo tipico, di qualità, in un ambiente rustico e caratteristico consiglio i due mercati principali della città: quello in prossimità del porto, el Mercado del Puerto, e quello situato in San José 1312, el Mercado del Inmigrante (o Mercado de la Abundancia).

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Per quanto riguarda i pub e le birrerie artigianali consiglio la Cerveceria Ramon e la Cerveceria Malafama.

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Estadio Centenario

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Una delle tappe fisse che ci eravamo prefissati per la “gita” a Montevideo, per non dire la principale, era lo Stadio del Centenario, chiamato così perché realizzato esattamente un secolo dopo la promulgazione della Costituzione della Repubblica avvenuta nel 1830. Parlare di stadio è riduttivo: si tratta di un pezzo di storia, di un monumento allo sport. E’ l’impianto in cui si disputò la finale del primo campionato mondiale di calcio nel 1930, a lavori appena ultimati, dopo che il presidente della FIFA Jules Rimet incaricò l'Uruguay di organizzare la prima edizione della Coppa del Mondo di calcio circa un anno prima. Gli operai agli ordini di Antonio Scasso lavorarono a ritmi serrati, ma le piogge torrenziali che si abbatterono su Montevideo ritardarono l’inaugurazione dello stadio, che avvenne a campionato mondiale già iniziato, il 18 luglio 1930: la prima partita fu Uruguay-Perù terminata con la vittoria dei padroni di casa per una rete a zero. Anche in tutte le occasioni successive giocare al Centenario è sempre risultata essere una certezza per la Celeste: oltre alla finale del primo mondiale contro l’Argentina, ha vinto tra le mura amiche anche tutte e quattro le edizioni della Copa America qui disputate, totalizzando un totale di 31 vittorie e 7 pareggi, non perdendo mai.

Lo stadio si trova all’interno di un parco molto grande, che ospita anche un altro impianto sportivo ideato principalmente per l’atletica. Le pareti esterne del centenario sono molto belle e colorate.

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Per quanto riguarda l’interno, invece, devo dire che per quanto sia romantico vedere ancora i seggiolini e le gradinate in pietra, la sensazione che si prova è di un impianto trasandato e un po’ abbandonato a se stesso. Si tratta di un enorme distesa di spalti di forma ellittica, che permettono una buona visuale sul terreno di gioco, anche se in molti casi si è parecchio distanti da esso. Sembra quasi uno degli stadi dell’antica Grecia dove si disputavano le prime Olimpiadi!

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Pagando una cifra contenuta, oltre all’ingresso agli spalti, si ha accesso anche al museo, dove sono conservati cimeli, maglie, foto e reperti di giocatori e squadre protagonisti delle gare nel Centenario dalla sua inaugurazione a oggi.

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Il Centenario non è di proprietà di alcuna squadra di club, ci gioca principalmente la nazionale dell’Uruguay. Viene utilizzato per ospitare le gare principali del campionato, su tutte il derby molto sentito tra il Penarol e il Nacional, data la ridotta capienza dei rispettivi stadi.

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